Da qualche anno mi sono avvicinato allo yoga che, come tutti i praticanti sanno bene, è anche meditazione.
Questo mi ha dato l'opportunità di ritrovare alcuni aspetti tipici della meditazione nell’Origami.
La curiosità si è presto trasformata in interesse ed ho approfondito l’argomento, cercando di capire che legami ci possano essere tra Origami e meditazione.
Rilassamento profondo
Piegando per un periodo di tempo abbastanza prolungato e senza alcuna fretta, si raggiunge uno stato di forte rilassamento con riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria.
E’ una caratteristica poco nota dell’Origami perché raggiungibile solo quando non si pensa più alla difficoltà del modello o al metodo di esecuzione delle pieghe e questo richiede un certo livello di esperienza, ma è un’esperienza condivisa da molti origamisti.
Questo rilassamento profondo può essere solo fine a se stesso, il che sarebbe già un gran risultato, oppure può essere utilizzato come preparazione alla meditazione?
E se l'Origami potesse rappresentare una forma di meditazione?
Dharana - Presenza mentale
Gli origamisti esperti (che piegano abitualmente modelli anche semplici, non necessariamente capaci di piegare modelli complessi) possono provare tramite l’Origami qualcosa di molto vicino alla meditazione concentrativa (Dharana per la meditazione yoga, presenza mentale per la meditazione zen), il cui lo scopo è il raggiungimento di un livello di consapevolezza senza pensieri.
Concentrandosi unicamente sul modello che si sta piegando si giunge ad uno stato di sospensione del pensiero logico e razionale, diminuendo il dialogo interiore, e si porta l’attenzione sul momento che si sta vivendo, valorizzando ogni singolo movimento delle mani ed ogni piega.
Nel momento in cui la mente divaga le pieghe tendono a diventare poco precise, se non del tutto sbagliate; l’osservazione delle pieghe durante la loro esecuzione, ossia l’atto stesso di piegare, è un costante controllo sul divagare della mente che può così essere immediatamente richiamata sull’oggetto che si sta piegando, quindi al momento presente.
In questo senso l’Origami può rappresentare un mezzo complementare, rispetto ai mezzi tradizionali, per la meditazione concentrativa: Dharana o presenza mentale.
Un limite dell’Origami può essere rappresentato dalla mancanza di completa continuità con l’oggetto, modello piegato; ad esempio nel momento di passaggio da un foglio ad un altro. Questo limite viene superato con la pratica, per cui il processo di piegatura arriva a comprendere anche il cambio di foglio o l’unione di più fogli piegati tra loro (Origami modulare).
L’Origami racchiude quindi in sé concetti come l’interdipendenza (ogni forma scaturisce da una sequenza definita di pieghe, una piega è necessaria per l’esecuzione della piega successiva, questa piega è costituita da quelle) e l’impermanenza (la forma del modello cambia di continuo dall’inizio alla fine, pur non cambiando la sostanza del foglio), concetti tipici dello Zen.
Inoltre l'Origami è ricerca del bello, inteso come ricerca di forme armoniose ed equilibrate che permangono nella mente di chi piega consapevolmente.
L'Origami, quindi, non è solo socialità, creatività, scienza, gioco, ma anche silenzio, riflessione e concentrazione!
Perché Origami
“Quando le mani sono occupate, la mente è serena.” Akira Yoshikawa.
Sebbene altre attività manuali possano essere paragonate all’Origami ed avere le stesse caratteristiche rispetto alla meditazione concentrativa, l’Origami:
Federico Scalambra
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